01 ottobre 2006

Un ciclone chiamato desiderio

Alle dieci di mattina aspettiamo all aeroporto l'arrivo di una persona speciale.

Insieme andiamo al Litchfield National Park a 115 km da Darwin, rinomato per le cascate, piscine nelle rocce e foreste monsoniche.

Subito facciamo il bagno alle Florence Falls, una grande cascata che erompe da un massiccio roccioso con un salto arcuato e aggressivo che si frantuma su spontoni rocciosi. Da li il fiume prosegue in una gola che serpeggia tra piccole ondulazioni del terreno. (Pieroangela)



La notte montiamo la tenda, prepariamo la cena, ascoltiamo George e andiamo a dormire (il nostro rito serale). Tutto sembra tranquillo quando all'improvviso Cesi avverte degli strani rumori. Dei porci neri come esuli pensieri tra la nostra immondizia mangiar. I maiali stavano mangiando tutti i nostri rifiuti, compreso il tavolino che avevamo lasciato fuori.

Il giorno seguente andiamo alle Tolmer Falls.



Anche li facciamo il bagno e attraversando una foresta monsonica arriviamo sulle alte pareti a picco e ci rilassiamo sdraiandoci in cima alla cascata.



Il sole colora il cielo di un rosso minaccioso e la luce residua investe l'arco naturale riempendolo di ombre taglienti (Cecchipaone)



Sulla strada per Darwin un incendio dalle proporzioni mastodontiche ci offusca la vista. L'aria si incendio' e poi silenzio... (Ken)
Oltrepassiamo l'ostacolo e arriviamo a Darwin. Abusivamente riparcheggiamo sulla Esplanade dove ceniamo, cantiamo e balliamo "Bemba colora'" a ritmo sudamericano. La sera Massimo esce con Claudia portandola nel posto piu' romantico di Darwin, tra le rovine del ciclone Tracy.
La notte di Natale del 1974, esattamente 30 anni prima dello Tsunami, una violenta tempesta tropicale colpi' Darwin alle prime luci del mattino radendo al suolo la citta'.



Max e Claudia restano nel van per un paio d'ore e ascoltano il fluttuare del mare e non si accorgono di essere stati chiusi nel parco. Provano a sfondare il cancello usando il furgone come ariete senza ottenere nessun risultato. Ma proprio quando si erano rassegnati, compare come un folletto un ragazzo su un motorino e gli mostra una strada sterrata piena di wallabi(piccoli canguri), uccidendone un paio riescono ad uscire dal parco.

Accompagnata Claudia, prima di andare a dormire decidiamo di farci una doccia usufruendo degli annaffiatoi pubblici.



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1 commento:

Anonimo ha detto...

sembrate dei fantasmi nell ultima foto
qui si ritorna al lavoro con tanta nostalgia
ma come cazzo fate voi...