08 settembre 2006

A montagnozza rossa

Percorsi altri 800km arriviamo a Tennat creek, paese aborigeno.
All`apparenza persone pacifiche e tranquille, ma brutti.



Visitiamo il museo Red Sand (sabbia rossa) dove fatica una giovane russa e il datore di lavoro, un vecchio col classico baffetto da porco. Cesi suona il djerido strumento tipico di Stalin.



Finalmente dopo migliaia di km arriviamo ad Alice Springs, nel cuore dell`Australia, una citta che sorge nel mezzo del deserto, un po come Las Vegas.



Ancora in costume, verso le sette di sera entriamo in un pub, dal quale siamo usciti alle 4 di mattina.
Il pub e` un ritrovo per backpackers, subito facciamo amicizia con un pescatore di aragoste. Partecipiamo a giochi di gruppo, beviamo birra e balliamo sui taovli.
Il pescatore abborda due belle inglesine, una bionda e una mora.



Cesidio e Massimo subito si uniscono al tavolo e con la classe italiana si galleggiano le ragazze e il vecchio marinaio dice: "io mi sono fatto il letto e loro si coccano".

Massimo simula un film erotico sulla pista da ballo e viene invitato a continuare il suo film in una stanza d`albergo, allora sempre con la stessa classe fa accomodare la ragazza nel nostro lussuosissimo van e....!

L`indomani la meta da raggiungere e` l`Uluru (a` montagnozza rossa), il monolite piu grande del mondo, e` impressionante che nel bel mezzo del deserto sorge questa montagna alta piu di trecento metri. Luogo sacro per la tribu aborigena degli Anangu che trovavano rifugio nei periodi piu caldi dell`anno.

Per noi soluzione dell`arcano mistero della vita.



Prima di arrivare a destinazione, ci fermiamo su un distributore di benzina, dove notiamo una stravagante aborigena che indossa una maglia di Beckam.
Divertiti dal contrasto tra la bellezza del calciatore inglese e la rude aborigena, cerchiamo di scattargli una foto.
"Beckam" infastidita si avventa su Fabiana e le scippa la macchinetta, chidendole 50 dollari per la foto "diritti d`immagine", per fortuna Massimo, da buon napoletano, mentre contrattava sul prezzo della foto le riscippa la macchinetta di mano e scappiamo.


Arriviamo ai piedi della roccia in silenzio, come di consueto nei luoghi sacri, qui leggiamo un cartello con su scritto: "Non scalare perche si car e muor chi ce lo dic a mammt".
Ma noi incuranti del pericolo scaliamo fino in cima l`Uluru, commettendo un sacrilegio nei confronti della cultura aborigena.



Infine verso il tramonto, restiamo incantani dai cambiamenti di colore della roccia dovuti al calar del sole oltre l`orizzonte.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

bella vuagliu
vui si che sapit campa`
ve ne stata a fa d scammerich!
bella sat muntagnozza ma par la montagna di mondragone.ma ci sta il castello in cima?
cia fraaaaaaaa

Anonimo ha detto...

anche alice springs
ci fate sognare ogni giorno di piu