31 dicembre 2006

Perito Moreno se ne fa un altro!

Baila, baila Morena, un ghiacciaio costantemente in movimento, il piu' grande del Sud America. Alto piu' di 60 mt continuamente crollano con gran fragore pezzi di ghiaccio nel canale degli icebergs. Assistere a questo cataclisma spettacolare e' un'esperienza indimenticabile, esperienza uditiva oltre che visiva.



Qui vicino c'e' la cueva Los Manos (la grotta delle mani). Un interessante sito archeologico al cui interno si trovano misteriose pitture rupestri che raffigurano mani sinistre. Queste pitture hanno piu' di 8000 anni. Gli argentini derivano da un'emigrazione siberiana avvenuta 30.000 anni fa. In seguito all'abbassamento del mare i siberiani lasciarono la Siberia e raggiunsero l'Alaska per poi scendere fino in Argentina.



Soggiorniamo a Rio Gallegos dove il vento soffia a 120 km/h inclinando tutti gli alberi della piazza principale. Notiamo che la raffigurazione di Giovanni Bosco si trova dappertutto. Convinti che era il santo degli studenti(Zia Maria ne accendeva di candeline) scopriamo che il missionario salesiano e' il patrono della Patagonia. Prendiamo il bus per Buenos Aires. Conosciamo 3 romani: Elisabetta(Isabella per gli amici) che vive a Londra (questi sono i suoi video); Francesco e Stefania 2 andinisti professionisti che stanno per affrontare il Cerro Torre, un pilastro roccioso alto piu' di 3000 mt dove neanche Manolo ha potuto. Buena Suerte



Attraversiamo le Pampas, 3300 km di deserto, la terra dei gauchos i cowboys di Argentina. Leggendaria la loro resistenza contro i grandi latofondisti che gli imponevano di lavorare, ma loro rifiutavano... a fatic c'sta, verit a chi l'ata ra'!



Nei bus argentini ti tengono sempre sveglio, musica a palla durante il giorno e la notte film. Dopo 36 ore di bus arriviamo a Buenos Aires, baciamo per terra, gli Ucraini ci fanno un baffo.
Augurissimi di buon annno a tutti!!!

29 dicembre 2006

Tierra del Fuego: Ushuaia la fine del mondo... Perche' no¿!

Come direbbe Giuseppe "ma addo' l'hamma' purta'...a fin d ru munn'!!!".
Ci siamo arrivati, la citta' piu' a sud del mondo dove il sole non tramonta mai.



A 55 gradi di latitudine sud, sulla costa est nel pieno centro della Tierra del Fuego(nome che deriva dai campi di fuoco delle tribu' Yanama dove celebravano una bizzarra cerimonia di iniziazione per il passaggio all'adolescenza dei giovani Indio. Questi campi inoltre servivano per riscaldarsi e venivano alimentati dai pozzi di gas naturali sottostanti)



Alloggiamo in un ostello "Porque'no", gestito da un arzillo sessantenne. Siccome siamo in Argentina degustiamo una prelibata bistecca. Discutiamo con il vecchietto che dopo aver bevuto un paio di bicchieri di vino inizia a fare discorsi un po' strani. Ci offre di tutto... perche no(come lui ripete spesso). Capiamo che la sua ospitalita' ha un secondo fine: vuole due piccioni con due fave. Che maricon! Disgustati ce ne andiamo, parliamo un altro idioma.

La mattina seguente visitiamo il museo "La fin del Mundo". Attrazione principale la polena "Duchessa di Albany", nave bandiera inglese naufragata sulle coste della Terra del Fuoco nel 1984.



Scopriamo che anche a quei tempi si facevano gli impicci(truffe assicurative). Durante il periodo di transizione dalla barca a vela a quella a motore, le compagnie inglesi mandavano le navi a naufragare qui per riscuotere il premio dell'assicurazione. Nel museo e' rappresentata anche la flora e la fauna di questa regione. I guanacos



e gli elefanti marini(foche) sono gli animali tipici di questo posto. La tribu' degli Yanama utilizzava il grasso degli elefanti marini per proteggersi dal freddo.



La sera discutiamo con uno scienziato olandese che e' appena tornato da un'escursione sull'Antartica, uno dei motivi per i quali si viene ad Ushuaia. Anche se affascinato dal Polo Sud, ci confida che la Groenlandia e' molto piu' bella. Groenlandia...perche'no!

27 dicembre 2006

Patagonia: Natale a Torres del Paine

Telethon: 30 ore per la vita.

Da Puerto Montt prendiamo il bus per Punta Arenas che impiega solo 30 ore!!! Gli Ucraini sono signori!!! Come Shevchenko quando venne al Milan in autobus.
Prima di partire ci fermiamo al mercato Angelmo' per mangiare il salmone e le vongole secche affumicate.
Percorriamo la steppa cilena, passiamo per l'Argentina. Il paesaggio e' molto pianeggiante, la vegetazione e' secca e c'e' molto vento. Nella notte entriamo nella regione di Magellanno, un vecchietto russando riproduce il suono della macchinetta di caffe' a otto tazze. Sul bus conosciamo Priscilla, giovane infermiera, e Angel dottore calciatore di Los Angeles(Cile). L'equipe' medica cura il piede di Cesidio. Inoltre ci facciamo un mazzo di carte napoletane e giochiamo un grande scopone scientifico.



Sciruppate le 30 ore arriviamo a Punta Arenas, graziosa cittadina. Da qui' ci dirigiamo al Parco Nazionale Torres del Paine. Ghiacciai, laghi artici, catene montuose, foreste magellanee, fiodri e panorami fantastici fanno di questo parco un capolavoro della natura.



15.000 pesos di entrata ci mandano miezz a na muntagnje'. Ci accingiamo a compiere il circuito a forma di "W", un percorso di trekking della durata di 4 giorni lungo 50 km.

Primo Giorno: direzione le 3 Torri.

Il sentiero e' tutto in salita, ma per noi e' una scampagnata. Una ragazza vede Massimo salire con le scarpe da ginnastica e gli dice: «Good Luck(buona fortuna)». Poi passa Cesidio con il mitico infradito...eterno!!! Dopo 3 ore di cammino sostiamo al campeggio, montiamo la tenda,



scarichiamo gli zaini e ci dirigiamo verso la vetta: le 3 torri. Tre pilastri di granito alti piu' di 1500 mt, uno spettacolo impressionante, tanto di cappello alla natura.



Tornati in campeggio conosciamo Alberto e Davide, zio e nipote, entrambi di Bra(Cuneo). Dormiamo su una lastra di ghiaccio.

Secondo Giorno: Massimo non avendo chiuso occhio decide di partire alle 4 di mattina. Cesidio resta nella tenda a dormire. Ci rincontriamo nella valle Francese.



La notte la passiamo al rifugio "Los Cuorno(I prezzi ti facevano mettere scuorno, vergogna)". Mentre pativamo il freddo e la fame arriva Viejito Pasquiño(Babbo Natale in spagnolo) nelle vesti di Alberto che ci invita al cenone della vigilia: una minestra natalizia. Affianco alla nostra tenda c'e' un sarcofago giapponese



Terzo Giorno: la notte porta buoni consigli, decidiamo di abbandonare il parco nazionale per motivi economici e di scarsa organizzazione. Costeggiamo il lago Pehoe' dove la montagna si specchia nell'acqua.



Giunti a meta' strada (solo 4 di 8 ore da camminare) facendo i finti tonti ci intrufoliamo in un catamarano che ci porta alla fermata del bus.

Considerazioni finali: abbiamo scoperto che il trekking e' un'esperienza che da' una fantastica sensazione di liberta' e armonia con la natura. Prossima destinazione il castello di Mundraon

20 dicembre 2006

Distretto dei Laghi

Iniziamo la nostra discesa verso l'estremo su del mondo. Dopo 12 ore di bus arriviamo a Puerto Montt, capitale della Regione Del Los Lagos. La regione dell'amicizia, della mitologia, della cultura e della montagna vergine... ancora per poco.

La citta' divide il nord del Cile dalla Patagonia, seconda al mondo per l'esportazione di salmone.

Prenotiamo un tour organizzato verso il famoso distretto dei laghi, condiviso tra Cile e Argentina. Accompagnati da quattro bellissime pupe



ci dirigiamo a Puerto Varas, una cittadina di montagna influenzata dalla immigrazione tedesca dovuta alla deportazione di criminali nazisti dopo la seconda guerra mondiale.

DUX MEA LUX!!

Dedicato ai nostri amici di sinistra.

La citta' fa da sfondo alla cornice naturale formata dal lago glaciale Llanquhe e dal vulcano Osorno, a forma di Prisma che barcolla ma non molla, Fulvio e Angelo ne sanno qualcosa (a Marzo vi rimando il curriculum.. riassumetemi).



Il percorso continua verso la laguna verde, caratterizzata dalla selva sempre verde (ci sono piu' di 200 giorni di pioggia all'anno), dalla cordigliera delle Ande e la conifera Alerce, l'albero piu' longevo dopo la sequoia californiana. Ne abbattiamo una.



Giriamo la laguna in barca e conosciamo un simpatico signore di Prato con una riporta (riporto del capello) che con una leggera brezza di vento lo trasforma in un auto decappottabile. La si puo' notare (la riporta) nella foto, il primo sulla destra.



Per fare lo sborone, il toscano porta la sua signora al ristorante dove lo scocciano (paga un prezzo salato) piu' di quello che gia' e'.

Si unisce a lui un intellettuale brasiliano



che e' vegetariano. Il toscano sfoggia un detto appropriato alla situazione: «A chi non garba la carne, non piace la figa!», senza offesa per il brasiliano.

Ultima tappa e pezzo forte del nostro itinerario, Los Saltos Petroque, un impetuoso torrente pieno di rapide che sfociano nel delta o nell'estuario... come direbbe il buon Aldo:«cosa avra' voluto dire¿».



Nella sezione dei nostri video ne abbiamo caricati molti altri, cliccate!

18 dicembre 2006

Valparaiso e' un paradiso

Sulla scia del comandante Che Guevara iniziamo il nostro viaggio in Sud America.

HASTA LA VICTORIA!!!

Dedicato ai nostri amici di destra.

Prima tappa: Valparaiso. La citta' e' vittima del suo stesso successo. Dopo l'indipendenza, il porto divento' un punto strategico per la traversata di Cape Horn. Raggiunto l'apice economico, subi' un tremendo declino all'inizio del Novecento in seguito a un terremoto e all'apertura del canale di Panama. Nonostante tutto resta sempre un patrimonio dell'umanita', orgoglio del Cile.



Lo charme della citta' deriva dal porto e dall'intreccio di strade che portano sulle colline piene di case colorate.





La citta' e' come un labirinto, conseguenza dello sviluppo urbano senza la supervisione di un buon ingegnere (ciao zio).

Gli ascensori rendono questa citta' unica al mondo. Eiffel, anche qui ha messo la sua firma.



La noche e' caliente, ci abborracciamo e usciamo. Per strada ci imbattiamo nei classici 'il gatto e la volpe', due personaggi che incontrerai dovunque.

Ci saturano gli attributi con discorsi in spagnolo super rapido alla Speedy Gonzales. Dopo avergli offerto una birra capiamo che non volevano mettere mano al portafoglio, un classico. Orgogliosissimi di Pizarro, che purtroppo gioca nella Roma. Ma la goccia che fa traboccare il vaso arriva quando dicono che Pele' e' meglio di Maradona. Li molliamo e ci buttiamo nell'arena(discoteca). Matiamo due giovani Messicane, Franzisca e Alexia, entrambe con figli a carico e senza marito.



Il giorno dopo tutti insieme appassionatamente andiamo a vedere la casa di Neruda.



Vi lasciamo con questa poesia che ispira la nostra vita.


Pablo Neruda
"Lentamente muore"

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza,
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

16 dicembre 2006

Santiago del Cile

Dopo Europa, Asia e Oceania sbarchiamo nel quarto continente: il Sud America.

Alloggiamo a Barrio Brasil, in un albergo a gestione piu' che familiare. Si cena sempre con tutta la famiglia: padre, madre, nonna e tre figli. Peccato che non e' Natale se no facevamo il cenone. La prima serata e' incandescente per via della finale della coppa Sud America di club, la nostra coppa Uefa. Il Colo Colo, la squadra di Santiago affronta i messicani Sombreros.
Il colo colo perde e scoppiano i tafferugli, arrivano i carramba'!!!



Conosciamo Bernardino e i suoi amici. Facciamo un sondaggio per vedere se Pinochet(dittatore cileno da poco deceduto) era bueno o non bueno... risultato: una femmina c stav p' vatt. Torniamo in albergo e dormiamo in un letto vero, una sensazione indescrivibile. Il giorno dopo giro della citta', visita del Cerro Santa Lucia, un promontorio sul quale gli spagnoli, nel 1541 costruirono una fortezza.
Prepariamo un cannone.



Santiago e' una citta' piena di vita, molto simile a Napoli, una scumbinatezza!! Si passa con il rosso, fanno i pacchi e i giochi delle 3 campanelle. Ci sono molti artisti di strada.



Passeggiamo per la piazza principale, tutto e' pronto per il natale.



Venerdi' sera andiamo in discoteca al peccado capidal, piena di niños. Mentre Massimo sta per affondare il colpo decisivo con una chica, un attacco di diarrea ci chiama in ritirata. Abbandoniamo la discoteca.

14 dicembre 2006

Pasquetta all'Isola di Pasqua



C'e' un detto: "Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi". Noi abbiamo frainteso e facciamo Natale all'isola di Pasqua.

Voliamo da Papeete con la LAN Chile, compagnia con un solo aereo e personale riciclato. Chi lavora nell'ufficio in citta' e´addetto anche al check in e a fare lo Steward. C´e´ da dire che il pranzo e´ ottimo, ma gli alcolici non sono compresi a differenza della Air Thaiti che ti fanno uscire di lato (manc´Gaetano Roxy Bar).

Arriviamo all´Isola di Pasqua alle 11 di mattina. Un navigatore Olandese Rogervan arrivo' qui' nella Pasqua del 1722. Questo navigatore noto' che gli abitanti erano chiatti chiatti (prosperi economicamente). Dopo solo 50 anni arrivo´il solito James Cook che invece trovo´gli abitanti sic sic (deperiti), forse in seguito a una lotta interna tra tribu´.



Subito ci destreggiamo con il nostro spagnuolo perfecto. Montiamo la carpa (tenda) e andiamo al supermercado per comprare la cucozzas(zucca). La sera conosciamo due simpatici cileni: Erika e Omar. I nomi fanno un po' paura.



Il giorno dopo fittiamo un motorino e andiamo a vedere i mammuozz (le statue Maoi).



La storia rocconta che gli isolani costruirono queste statue sperando nell'aiuto degli dei per trovare un altro posto abitato. Infatti quest´isola e' uno dei posti piu' isolati al mondo(3700 km di oceano la separano dal piu vicino centro abitato).



Visitiamo la zona del Ranu Raraku dove ci sono 15 Maoi in fila, distrutti nel 1960 da uno Tsunami, sono stati ricostruiti nel 1990 da un gruppo di archeologi giapponesi, gli stessi che hanno addirizzato la Torre di Pisa (ma nun s putevn fa i cazzi lor!?).

Saliamo sul vulcano Ranu Raraku da dove venivano scolpite le statue. Nel cratere c'e' un lago.



Dopo andiamo al Rapa Nui National Park dove c'e' il mammuozzo con gli occhi di papero guardiano come direbbe Michele il cappellaio matto.



Prima di restituire il motorino, a causa dell'alta velocita' perdiamo la ruota posteriore.



La mattina partiamo per Santiago e all' aeroporto Massimo chiede a Cesidio: «Ma tu hai pagato il campeggio?»
Cesidio rispond:«pensavo che avevi pagato tu!!» cosi' lasciamo l'isola tra le iasteme dei Maoi.

11 dicembre 2006

Non è tutto oro quello che luccica

Continuiamo la nostra permanenza al campeggio Nelson. Tutto procede tranquillamente, gente che viene gente che va. Ci lasciano i biologi marini californiani rimpiazzati da due fanciulle inglesi. Bussiamo alla porta per darle il benvenuto. Ci troviamo di fronte una cambiale scaduta e un mutuo a 20 anni, due cosiddetti 'riebt' (debiti).



Anche la spericolata olandese ci lascia, ma nel vero senso della parola, l`ultima immersione è stata fatale...embolia.



Al suo posto arriva una hippy irlandese dalle idee bizzarre e dalle storie perverse. Ci racconta che passeggiando sulla spiaggia ha visto un gentlmen della Nuova Guinea spararsi una sega in riva al mare.

Il giorno dopo nasce un problemino, non possiamo prelevare al bancomat piu` vicino. La signora del campeggio gentilmente ci chiede di andarcene, cosi` siamo costretti a montare la tenda in un villaggio turistico abbandonato mimetizzandola tra le frasche per non dare all`occhio ai tahitiani cannibali.



Da mare passa due volte la ronda, ci nascondiamo come la CIA insegna (Aldo). Nella fretta abbiamo montato la tenda con troppa superficialita`, all`improvviso ci troviamo nel mezzo di una tempesta tropicale. Imbarchiamo acqua da tutte le parti. Cerchiamo di dormire ma le radici dell`albero vicino diventano parte della nostra spina dorsale.

Ci svegliamo con dolori reumatici e le radici dell`albero disegnate sulla nostra schiena. Facendo un paio di autostop riusciamo ad arrivare dall`altra parte dell`isola e prelevare. Torniamo al campeggio ma scopriamo che è stato fatto un complotto a nostra insaputa (troppo caos nei giorni precedenti).

Ci dirigiamo verso il campeggio vicino. Qui conosciamo una messicana guru di Yoga. Con lei facciamo yoga al tramonto





07 dicembre 2006

Mastercard a Moorea

Bungalow con vista sul mare: 10 euro
Spaghetti al sugo di pomodoro: 1 euro
Giro dell'isola in scooter: 30 euro
Immersioni nella barriera corallina: 40 euro
Avere scoperto tutto questo... Non ha prezzo!!!

Ci imbarchiamo per Moorea, isolotto famoso per le rarissime perle nere. Per molte persone del posto, e' migliore di Bora Bora.

Montiamo la tenda in un campeggio sul mare che offre anche bungalow a basso prezzo.



A primo impatto la Polynesia sembra molto costosa, ma qui abbiamo scoperto che puo' essere anche economica.

Nella cucina del campeggio conosciamo: un doganiere svizzero con molti viaggi alle spalle. All'apparenza tranquillo ma se provate a derubarlo diventa una bestia. In Equador 5 poveri ladruncoli ne sanno qualcosa; un astronauta del Massachutest che lavora per la N.A.S.A. ci confida che sara' il primo ad andare su Marte. E' arrivato qui lavorando gratis su una barca a vela di un pidocchio sagliut (uomo diventato improvvisamente ricco, ma che manca di classe); Un gruppo di biologi marini californiani, venuti in Polynesia per studiare la flora e la fauna... ahhh che furtun!; Una signora di mezza eta' che raramente sputa per terra (ha una bella chiacchiera), vanta un record di 22 immersioni in una settimana; Una bellissima ragazza tahitiana



E per finire c'e' il nostro amico pucinieglj (cia' Anto').



Passeggiando sulla spiaggia godiamo di questo paradiso.
Sembra di essere in uno screen saver di un computer.



Foto mortal non descrive quel che noi sentivam mpiett



Questa e' l'isola che non c'e'!!!